Billy ha il sospetto che i suoi connazionali in segreto la sappiano ben più lunga, ma nel paese si è creata una fissazione per il melodramma adolescenziale, per le più teatrali rappresentazioni di innocenza stuprata e i confortanti fanghi termali della pietà autoassolutoria.

Cos'è che vogliono? Si rendono conto di essere vivi? Come se la prolungata e intensa esposizione alla morte fosse la condizione necessaria per partecipare appieno della propria vita.

La società può anche non avere bisogno di te, in senso stretto, ma di solito un modo di utilizzarti lo trova.

E' la maledetta casualità che ti logora, il fatto che la differenza fra la vita, la morte e una ferita tremenda a volte è legata a cose minime come chinarsi ad allacciarsi una scarpa, scegliere il terzo cesso della fila invece del quarto, voltare la testa a sinistra anziché a destra.

Se una pallottola ti deve colpire, è già stata sparata.

Gli americani sono bambini che devono andare da qualche altra parte a crescere, e a volte a morire.

La paura della morte è la favela dell'animo umano, esserne liberi è l'equivalente psicologico dell'ereditare cento milioni di dollari. Ecco cosa invidia davvero a questa gente, il lusso di considerare il terrorismo un argomento di conversazione, e in questo preciso momento si sente così sfigato che potrebbe scoppiare a piangere.

Alla gente tutta quella falsità non fa né caldo né freddo, forse perché l'ininterrotta propaganda commerciale della vita americana le ha instillato soglie eccezionalmente alte di tolleranza per le simulazioni, le gonfiature, le distorsioni, le stronzate e le vere e proprie menzogne, in altre parole per la pubblicità in ogni sua forma.

A un certo punto non meglio identificato, l'America è diventata un gigantesco centro commerciale con una nazione accanto.