«Siamo solo io e te, Aleksandra» sussurrò Henri, carezzandomi il lobo con le labbra e disegnando cerchi sempre più rapidi intorno al mio clitoride. «Solo io e te. Dillo, e forse ti chiuderò la bocca per non far sentire agli altri come gridi quando godi».

Quindi le accostai le labbra all'orecchio e, in tono roco e seducente e cattivo, le mormorai: «Il solo suono della mia voce ti fa tremare».

«Ho solo bisogno che resti viva» dissi tra me e me. Espirai, chiudendo gli occhi. «Per adesso».

Con un moto di collera lanciai i pantaloni in un angolo e mi ficcai sotto il getto freddo della doccia, lavando via ogni traccia di Aleksandra Nikolayev sulla mia pelle.Ma non riuscii a togliermela dalla mente.

«Vuoi una testa?» urlai, arrestandomi in corrispondenza delle ultime colonne. «Prendi la mia.»

Sta venendo per te.

Fai la tua scelta.

«È per questo che sei qui. Per vivere sulla tua pelle quello che tuo padre mi ha fatto».

«Non guardarla. Non osare neanche respirare nella sua direzione. Avvicinati di nuovo a lei e non risponderò di me stesso».