#Antropologia
Quotes about antropologia
Anthropology, the study of human societies, cultures, and their development, offers a fascinating lens through which we can explore the vast tapestry of human existence. This field delves into the intricacies of what it means to be human, examining everything from ancient civilizations to contemporary social dynamics. The tag "anthropology" represents a deep curiosity about our origins, behaviors, and the diverse ways in which we interact with the world around us. People are drawn to quotes about anthropology because they encapsulate profound insights into the human condition, often revealing universal truths that transcend time and geography. These quotes can inspire reflection on our shared humanity, challenge our perceptions, and foster a greater understanding of cultural diversity. By engaging with these thought-provoking snippets, readers can gain a deeper appreciation for the complexities of human life and the rich tapestry of cultures that make up our world. Whether you're a seasoned anthropologist or simply someone intrigued by the stories of people across the globe, quotes about anthropology offer a window into the myriad ways in which we connect, evolve, and thrive as a species.
Por aquellos años su padre comprendía que un pueblo podía cambiar su "modo de vida", su historia, su tecnología, su cultura, su arte y su literatura, pero no le concedía la menor posibilidad de que cambiara sus gestos.
Czerwie to małe, przypominające robaki larwy, które wylęgają się z jaj złożonych na ciele przez muchy – zwykle, choć nie zawsze, przez połyskujące, zielonkawe owady zwane muchami plujkami. Tuż po wykluciu czerwie są mniejsze od ziaren ryżu; gdy osiągną dojrzałość, są równie długie i grube jak rurki makaronu. Szybko nauczyłem się, że w Tennessee należy otwierać worki z ciałami na zewnątrz i na ziemi, by muchy i czerwie nie rozeszły się po całej kostnicy.
Ciało się rozkłada; kości pozostają. Ciało zapomina i wybacza dawne urazy; kość może się zagoić, ale zawsze pamięta: upadek z dzieciństwa, bijatykę w barze, uderzenie rękojeścią pistoletu w skroń, ostrze wbite między żebra. Kości zatrzymują takie chwile, utrwalają je i pokazują każdemu, kto ma dość wiedzy i doświadczenia, by dojrzeć to bogactwo danych, by usłyszeć cichy szept zmarłych.
Il presidente del Senegal, il poeta Leopold Sedar Senghor, ci ha detto in un incontro: "Presto, non perdete tempo. Girate l'Africa nera, in lungo e in largo per ascoltare gli ultimi nostri cantastorie. Ogni vecchio griot che muore è una biblioteca che brucia".
Sciamani, veggenti, profeti: figure che si situano al principale crocevia del mondo religioso; là dove l'aspetto sociale della religione si interseca e si fonde con l'esperienza individuale più gelosa: l'estasi mistica.
Non esiste religione senza racconti mitici. [...] Il mito risponde alla necessità che ha l'uomo di capire quello che accade intorno a lui; nasce dal suo bisogno di dare un ordine comprensibile (non importa se vero o falso) alla realtà che lo circonda; grazie alla mitologia ogni religione acquista anche il significato importantissimo di una sistemazione globale del cosmo; ed è proprio questa funzione "conoscitiva" e sapienziale che divide più nettamente la religione dalla magia.
Questo è il destino e la funzione dei miti: modelli immobili ai quali l'uomo guarda per dare un senso alla sua mobile storia.
[...] non ci vuol molto a scivolare dal riconoscimento e dal rispetto delle differenze alla discriminazione, da questa al rifiuto, e dal rifiuto al tentativo di eliminazione.
È un prezzo, la particolarità: non è un premio. [...] La particolarità è condizione dell'identità; ma difficilmente un'identità che intenda affermarsi può ammettere senza remore la propia particolarità.
Capire, in senso etimologico, è capacità di contenere. Vuol dire fare spazio dentro di sé per accogliere nuovi stimoli, o per lo meno per prendere in considerazione la diversità, prima di rifuggirla con timore.